La prima è che, in ogni caso, è nell'interesse dell'azienda rivelare il più tardi possibile la nostra dismissione. Questo per minimizzare le possibili azioni di contrasto, avendo meno tempo a disposizione, ed evitare, fin quando possibile, strascichi dolorosi.
La seconda è che, dal nostro punto di vista, siamo come pazienti nella sala d'attesa del dentista. Sappiamo che l'intervento da fare è doloroso, per il fisico e per il portafogli. Meglio sarebbe andare subito sotto i ferri anzichè fare tutta questa anticamera (ad oggi sono quasi tre mesi).

Considerando che il passaggio di consegne è per forza di cose molto lungo e complesso, anche con un "preavviso" minimo, occorreranno diversi mesi prima che praticamente e non solo formalmente, cambieremo lavoro. Anzi, sicuramente, pur non essendo più parte di Siemens SMC lavoreremo per diverso tempo esclusivamente per il nostro ex-datore di lavoro. Paradossi della esternalizzazione: contabilmente siamo un fastidio, ma siamo utili per tutto il resto (per ora).

Una buona notizia c'è, e riguarda un triste episodio descritto nella settimana lavorativa #7. Il lavoratore licenziato per avere rivelato in anticipo la volontà dell'azienda di esternalizzare parte del personale è stato reintegrato d'ufficio, dopo un tira e molla sindacale. Ignoro tutte le condizioni a contorno che hanno determinato questa evoluzione, ma in ogni caso trovo la notizia positiva.

Per il resto, nulla di nuovo sul fronte interno. La settimana di chiusura non poteva portare novità, ed oggi comunque, nulla si è mosso, visto che in ogni caso l'operatività è ridotta.

Dato che la chiusura dell'anno fiscale per Siemens è il 30 Settembre, quale che sia l'entità a cui verremo destinati, i soldi stanziati e quelli guadagnati per l'operazione devono essere contabilizzati entro quella data, nero su bianco. Non necessariamente questo vuol dire che il nome salti fuori entro questa data, in teoria potrebbero semplicemente destinare una voce di spesa generica e non circonstanziata all'entità giuridica interessata. Tuttavia dubito che questo tipo di operazione risulti necessario. Sicuramente tutte le macro condizioni sono già state definite prima dell'esodo estivo, al massimo rimane qualche bullone da stringere. Le bocche però sono cucite, forse per timore di fare qualche passo falso o per fare in modo di migliorare l'appeal dell'offerta, a chi la subisce, ed ancora più importante, per chi rimane all'interno dell'azienda.

Lo strappo da ricucire è ampio, e le vacanze allontanano solo temporaneamente lo spettro di un confronto tra le parti. Confronto non sempre desiderato, e qualche volta, imposto.