Gli esami non finiscono mai, anzi iniziano (#204)

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24/09/08 Da brava matricola, devo ottemperare ad una serie di procedure per effettuare l'iscrizione. Burocrazia varia, insomma.

L'inizio era incoraggiante. La prima rata si paga online con la carta di credito, si scarica il modulo da compilare, viene data una lista di cose da portare in segreteria, il tutto in un unico sito e con una procedura online "a prova di scimmia".

La prima avvisaglia che la burocrazia italiana è subdola e tenace però si era già materializzata nella lista di documenti da portare.

"L'iscrizione al tempo parziale prevede che la matricola produca documenti atti a certificare l'eleggibilità della matricola stessa al regime di tempo parziale"

Qui occorre una nota. Il tempo parziale è una modalità di iscrizione introdotta di recente (forse proprio questo anno accademico) che prevede un (piccolo) sconto alla tassa di iscrizione assumendo che la matricola non frequenti le lezioni (per motivi vari, di solito se lavora). Supponendo questo, si assume anche che la stessa matricola possa completare il suo piano di studi in un tempo maggiore rispetto a chi frequenta. Nel caso specifico, si assume che il corso di laurea triennale venga espletato in cinque anni.

Il problema nasce dal fatto che nessuno, intendo dire nessuno all'interno dell'Università, sappia quale documento serva (o meglio sia legalmente valido) per dimostrare l'eliggibilità a questo regime. Insomma, uno ti chiede di dimostrare qualcosa ma non sa come!

E' come se ad un esame il prof chiedesse all'alunno una domanda di cui non conosce la risposta...mah, che dire. Spero di imparare qualcosa...

23/09/08 In ufficio i commenti riguardo alla mia iscrizione all'università, con quaranta e rotti primavere alle spalle, sono stati di varia natura ed intensità.

C'è una certa incredulità diffusa, cosa che del resto non mi sorprende. Andiamo dal più neutro "ma chi te lo fa fare", al maggiormente esplicito "non hai già abbastanza problemi?" sino al genuino "sei fuori di testa" (tutte queste ipotesi hanno un fondo di verità, NdA).

Personalmente mi fa molto effetto stare, come quando ho sostenuto la prova di ammissione alla facoltà, tra i ragazzini men che ventenni. I miei vicini di banco in effetti erano un poco sorpresi, ma (prima dell'inizio dell'esame e dopo...) abbiamo comunque chiacchierato qualche minuto senza problemi. Gli argomenti di discussione ve li potete facilmente immaginare: cosa fai, che fa facoltà sei iscritto, e così via. Ed immancabili le domande tipo: "quanti erano i cubi dentro al parallelepipedo?" - "Io ho messo 45" (giusto, ho controllato ora i risultati, potete cimentarvi anche voi.

Ieri ho letto i risultati: sono passato! Per la cronaca, ho estratto dal PDF la tabella con i risultati della facoltà, il 21% non ha passato l'esame. E dovrà seguire un corso ad-hoc, con esame finale per recuperare il cammino perduto. Tranne quelli iscritti a Matematica che avranno l'onere di fare un colloquoi col presidente del Dipartimento di Matematica (che conosco di vista peraltro, non morde).

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